Condizionamenti genitoriali negativi. Ecco come liberarsene
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Vi è mai capitato di avere una reazione istintiva e forte in risposta ad un comportamento di vostro figlio? Sicuramente sí. Spesso capita che ci si renda conto dopo che ciò che il bambino ha fatto o detto non era poi così grave da scatenare quella reazione.
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Perché succede questo? La causa va ricercata più lontano, nella nostra storia personale. Molto spesso si tratta di proiezioni del nostro passato che condizionano il nostro presente. È il bambino che siamo stati a parlare. È lo schema genitoriale con cui ci hanno educato a ritornare.
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Quando nasce un bambino altri figli diventano genitori, il passaggio da genitore a figlio è un momento delicato e complesso che richiede attenzione e conoscenza di se’. il figlio che è in noi non scompare, anzi molto spesso ci condiziona. Ogni persona è il riflesso di ciò che è stato fatto per lei nei primi anni della sua vita. Quando arrivano i figli inizia a farsi strada lo stesso modello genitoriale che è stato utilizzato con noi. Anche se si tratta di comportamenti che riconosciamo come inappropriati o dannosi. Avviene come una sorta di automatismo e in modo inconsapevole, soprattutto quando la nostra razionalità è offuscata da emozioni forti.
Come può un genitore gestire i condizionamenti negativi degli schemi genitoriali appresi durante la sua infanzia dai suoi genitori? Un genitore può essere condizionato dai suoi stessi genitori?
Si. Lo dice la psicologia e gli studi fatti negli ultimi decenni. C’è sempre un condizionamento che ogni generazione lascia alla generazione successiva, con incidenza anche sulla vita del singolo in quanto tale e non solo come genitore. Sono inevitabili? Si. Ma non sono vincolanti per sempre. Grazie alla conoscenza di se’ e alla consapevolezza di se stessi e della propria infanzia. Gli schemi genitoriali possono ripetersi di generazione in generazione, di famiglia in famiglia. Oppure possono creare reazioni di opposizione.
La realtà è che bisogna innanzitutto avere consapevolezza che esiste un condizionamento negativo e poi provare a comprendere che peso ha sulla nostra vita genitoriale.
Immaginiamo di avere tre aree che convivono in noi. La prima è l’area del nostro IO GENITORE, la seconda è l’area del nostro IO ADULTO e infine c’è la terza area del nostro IO BAMBINO (teoria analisi transazionale). Nell’area del nostro io genitore ci sono immagazzinate tutte le regole che abbiamo imparato crescendo e che ci hanno tramandato, e funzionano da condizionamento insieme a tutte le cose buone che abbiamo imparato per sopravvivere al mondo. Nel nostro io bambino risiede la nostra capacità di sentire, le nostre emozioni. Nel nostro io adulto c’è la capacità di saper far dialogare ciò che sappiamo (io genitore) con ciò che sentiamo (io bambino) e tradurlo in un’azione nel qui ed ora, tenendo presente i dati della realtà in cui agiamo. Quando noi restiamo nei condizionamenti del nostro passato, qualsiasi esso sia, ciò che stiamo vivendo nel nostro presente non è il nostro presente ma sono pezzi del nostro passato. Per esempio una persona che ha evita i confronti e il conflitto, quando vede sulla sua strada due che litigano, cambia strada. Nel momento in cui agisce in questo modo molto probabilmente sta agendo seguendo uno schema appreso da piccolo dove evidentemente ha imparato che il conflitto è qualcosa da cui stare alla larga. Quindi quando viviamo ascoltando solo il nostro io genitore e il nostro io bambino non viviamo nel qui ed ora ma nel qui e allora, riproponiamo,cioè, degli schemi, dei modi di pensare e sentire che sono legati a ciò che abbiamo imparato quando eravamo piccoli e che riproponiamo nel qui ed ora. Quando questo accade non siamo noi stessi nella nostra completezza ma stiamo ancora rispondendo alle aspettative che avevano su di noi i nostri genitori.
Allenandoci all’auto controllo e all’analisi della realtà così com’è nel qui ed ora alleniamo la parte di noi che ci mantiene in equilibrio tra ciò che ci hanno trasmesso e ciò che sentiamo: il nostro io adulto.
Se ti arrabbi con tuo figlio e la prima cosa che ti viene da fare è urlare, alzare le mani, punire, questa azione è un condizionamento passato, perchè forse appartiene allo stile educativo a cui sei stato esposto da piccolo. Poi succede che immediatamente dopo ti penti.
Se invece ti alleni a rimanere nel qui ed ora, cioè nel tuo io adulto, senza farti condizionare da ciò che hai imparato da piccolo, non agirai perchè condizionato ma secondo una tua libera scelta. Se riesci a restare nel qui ed ora ti chiederai: “Si, il comportamento di mio figlio mi sta mettendo a dura prova, ma voglio davvero colpirlo? Fargli male? Punirlo e allontanarlo da me? Urlargli in faccia e umiliarlo? Questa è davvero l’unica strada possibile o ci sono altre opzioni?” Da qui inizia a nascere la consapevolezza e il senso di responsabilità nel riuscire ad affrontare la realtà per come è realmente nel qui ed ora.
Come si rimane nel qui ed ora? Come si fa ad allenarsi alla gestione delle proprie emozioni? Innanzitutto ripetendo a noi stessi che nessuno è responsabile di ciò che noi proviamo. Siamo noi a decidere come sentirci rispetto ad un evento. Quindi non è nostro figli che ci fa arrabbiare ma siamo noi che ci arrabbiamo. Una volta che impariamo a de-responsabilizzare gli altri iniziamo a leggere le nostre emozioni per ciò che sono davvero. Magari è stata solo una giornata difficile per tanti motivi, magari sei stanco e nervoso, hai bisogno di dormire o c’è qualcosa che ti preoccupa. Oppure stai attivando inconsapevolmente uno schema comportamentale che hai appreso da piccolo. Si tratta di proiezioni che arrivano dalla tua infanzia e ti impediscono di vivere in modo sereno ed armonioso il tuo presente.
Ogni volta che si innesca una reazione che non avresti voluto chiediti se è ciò che capitava a te da piccola. Se è il messaggio che ti hanno dato i tuoi genitori, se è il loro esempio che stai seguendo.
La chiave del cambiamento è la conoscenza di se stessi e delle nostre emozioni, delle vere motivazioni che ci muovono, di ciò che siamo realmente e ciò che desideriamo realmente. Grazie alla consapevolezza puoi conoscere la tua mente e i suoi meccanismi di reazione.
Per essere un genitore efficace bisogna lavorare su se stessi ogni giorno per imparare a mantenere la calma in ogni situazione, per imparare a non giudicare mai,ne’ te stessa, ne’ gli altri, per imparare a non cedere subito alla rabbia o all’istinto, per allenarti alla comunicazione e all’empatia.
Anziché dire: “ Ora capisco mia made quando urlava e si arrabbiava!” sposta il tuo focus e prova a dire: “Ti capisco bambino mio, perchè anche io da bambina mi sentivo così.”
Freud diceva che il mestiere di genitore è impossibile perché ci pone davanti a noi stessi, ai nostri limiti, ci fa rivivere dolori che ancora ci condizionano.
Questa lettura è di certo autentica ma c'è una cosa che rende possibile la genitorialità: la consapevolezza. Essa ci rende liberi!
🌼Elena Formisano Pedagogista 🌼
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