Non si fa!




Come far capire a 2 anni il :"𝙉𝙊𝙉 𝙎𝙄 𝙁𝘼" 🚫
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Bloccare o proibire oltre ad essere dannoso per l'autostima è soprattutto controproducente. Si ottiene, cioè, l'effetto contrario. La curiosità del bambino sarà stimolata ancora di più. È il fascino del proibito.
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Ricordiamo che i bambini piccoli sono mossi da un gran bisogno di esplorare e conoscere. Ogni limite rappresenta un'occasione per sperimentare.
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Quando arriva un bambino la casa va adattata e messa in sicurezza. I pericoli vanno spiegati sempre, senza proibire, ma argomentando. Ogni giorno. Anche più volte al giorno se ce n'è bisogno. Ma ciò non significa che un bambino di 2 anni possa razionalizzare come noi.
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Prevenire i pericoli è sempre la cosa migliore a mio parere. È compito degli adulti fare tutto il possibile per proteggere i propri piccoli. Non è una responsabilità dei bambini. Cioè non possiamo aspettarci che comprendano fino in fondo il senso di un pericolo quando sono così piccoli.
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Quindi spieghiamo, certo, ma non smettiamo mai di vigilare o di mettere in sicurezza.

Quanto tempo passi ogni giorno a dire a tuo figlio che non sei soddisfatto del suo comportamento?

“Non toccarlo, non picchiare tua sorella, non lasciare i vestiti in giro, non saltare sul divano, non correre per strada, non lasciare i tuoi giocattoli sparsi per terra …”


Non vogliamo certo che i nostri figli diventino dei piccoli soldatini o dei meri esecutori di ordini impartiti dall’alto privi di volontà e libertà decisionaleLimitiamo quindi i divieti o le imposizioni a situazioni legate alla salute, al rispetto e al benessere di tutti i componenti della famiglia, compreso il bambino stesso.

E' una lotta quotidiana

Se hai più figli può diventare estenuante ripetere le stesse cose giorno dopo giorno. E quel che è peggio è che qualsiasi cosa tu dica, non importa l’enfasi (e talvolta l’aggressività) che ci metti, raramente avrà un impatto positivo sul tuo bambino.


I genitori mi raccontano di ingaggiare vere e proprie lotte quotidiane nel tentativo di cambiare un certo comportamento dei figli, ma la maggior parte di loro commette un errore: si concentra sul comportamento scorretto piuttosto che sul comportamento desiderato.


Facendo così però non consentiamo al bambino di identificare ciò che ci aspettiamo che lui faccia.
A noi può sembrare un’ovvietà: se dico “non lasciare i tuoi giocattoli sparsi per terra” significa che voglio che i giocattoli siano raccolti e riposti nel contenitore blu o sistemati sullo scaffale di sinistra.


Ma al bambino, soprattutto se molto piccolo, arriverà un altro messaggio. Saprà di aver sbagliato, ma non saprà come rimediare. Perché lui abbia una visione più chiara è importante che nella comunicazione ci concentriamo su cosa ci aspettiamo da lui.
E anche se probabilmente dovremo – come sempre – ripetere le istruzioni più volte, è più probabile che in questa modalità il bambino capisca meglio cosa fare.

Per aiutare il nostro bambino, anche noi possiamo comportarci in modo diverso. Ecco come:

1) Essere molto specifici

Più saremo in grado di specificare, più sarà facile per nostro figlio comportarsi secondo quanto ci si aspetta da lui. Quando si tratta di comportamenti problematici essere specifici rende più facile al bambino apprendere modelli più sicuri per tutti e prevedere le conseguenze delle sue azioni.

2) Trasformare le istruzioni negative in istruzioni positive

Le istruzioni negative che iniziano per “non” fanno cessare nell’immediato il comportamento scorretto e qualche volta possono essere molto utili, ma risultano poco adatte quando desideriamo far capire al bambino cosa ci si aspetta che lui faccia.
Proviamo a fare alcune sostituzioni.
– Invece di “non toccarlo”, potreste dire “puoi toccarlo solo quando siamo insieme”

– Al posto di “non lasciare i tuoi giocattoli sparsi a terra”, potreste dire “per fare spazio prova a riporre i giocattoli nella cesta”
– Invece di “non correre per strada”, potreste dire “stai vicino a me / la mk mano ha bisogno della tua manina, si sente sola. ”
– Al posto di “non lasciare il libro sul pavimento” potreste dire “ti ricordi che abbiamo trovato un bel posto per tutti i tuoi libri? Riponi sullo scaffale anche quello che hai lasciato a terra per trovarlo subito la prossima volta”
– Invece di “non saltare sul divano” potreste dire “i divani sono per sedersi e sdraiarsi, potrai fare dei salti altissimi in giardino tra poco”

E ancora:
– Parla a voce bassa per favore, altrimenti mi faranno male le orecchie e la testa…

– I vestiti puliti vanno nell’armadio, senti come sono profumati …quelli che puzzano nel cesto della biancheria
– Appena entri in casa puoi toglierti le scarpe per mantenere pulito il pavimento…
– Prima di andare a dormire ci laviamo i denti e così li manterremo bianchi e in salute…
– Metti il casco prima di salire sulla bici per proteggere la testa…

3. Mantenere la calma

Il nostro modo di parlare al bambino può fare la differenza. Come in ogni altra forma di comunicazione, non conta solo quello che diciamo ma anche come lo diciamo.


Ci vorranno anni prima che i nostri figli introiettino regole legate alla salute e al rispetto. E dunque, anche se non è facile mantenere la calma, ricordiamoci che il nostro senso di frustrazione è legato ad aspettative talvolta troppo ambiziose.
Possiamo quindi provare a rilassarci con quello che c’è, senza pretendere la perfezione, e utilizzare un tono amorevole o giocoso anche quando diamo, per l’ennesima volta, la stessa istruzione ai nostri figli.

Rifletti :
Cerca di osservarti: oggi  volte ti sei concentrato sul comportamento che ritieni sbagliato piuttosto che su quello che vorresti vedere? Qual è stata la reazione di tuo figlio?
Come puoi trasformare alcune delle tue istruzioni negative in positive? Prova a fare una piccola lista scritta per sperimentare il nuovo metodo nelle prossime ore.
È possibile che il tuo bambino sia troppo piccolo o troppo stanco o troppo affamato in questo momento per attuare il comportamento che vorresti vedere? Prova a riflettere qualche secondo prima di lasciarti andare a rabbia o frustrazione.

🌼Elena Formisano Pedagogista🌼

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