LE PUNIZIONI NON SERVONO A NULLA!
Le punizioni non servono a nulla!
La punizione è una mortificazione della libertà. Una mancanza di rispetto della persona. Uno strumento di prevaricazione dell’adulto sul bambino.
Purtroppo le punizioni, così come le minacce o i premi, sono ancora diffuse in alcune delle nostre scuole e in molte delle nostre famiglie.
Quando si punisce un bambino si sta attivando una modalità di umiliazione del più piccolo, del più indifeso da parte dell’adulto che in quel momento ricopre il ruolo del più forte. È un atto di forza e di supremazia compiuto a discapito del più debole, che andrebbe invece protetto e accompagnato. Eppure compito di un genitore o di un educatore dovrebbe essere quello di accogliere, dare la mano ai piccoli, accompagnarli, dare l’esempio, farli sentire sempre amati.
Un bambino punito non si sente amato in quel momento. Le emozioni che un bambino punito prova sono negative. Di certo non percepisce amore e comprensione!
Abbandono, rifiuto, incomprensione, inadeguatezza, impotenza. La punizione è uno strumento dell’educazione autoritaria. La punizione è una negazione dell’amore.
Chi punisce intende modificare il comportamento del bambino obbligandolo a vivere un’esperienza negativa, che gli induce sofferenza, sperando che in futuro il bambino, ricordandosi della sofferenza vissuta, non ripeta quel comportamento.
L’adulto che utilizza la punizione pensa di poter educare arrecando sofferenza, sottomissione, umiliazione deliberatamente, consapevolmente.
Se il bambino punito non ripeterà il comportamento che ha generato la punizione, non lo farà perchè ha imparato la lezione, ma lo farà per paura. Paura di provare nuovamente quel dolore, quell’abbandono, quel rifiuto, quell’umiliazione. Non avrà imparato nulla se non ad aver paura del proprio genitore o educatore.
Nessuno gli ha parlato del suo comportamento, di ciò che avrebbe fatto di inadeguato. Nessuno gli ha detto cosa avrebbe sbagliato. Nessuno gli ha chiesto come si sente, e perchè ha fatto quella cosa. Nessuno gli ha spiegato che ci potevano essere delle alternative a quel comportamento.
Con la punizione l’adulto gli comunica che lui è sbagliato, che lui è inadeguato e non il suo comportamento.
La punizione è un giudizio sulla persona, non sull’azione. Ciò va a incidere direttamente sull’autostima del bambino. Sulla sua personalità. Sempre. Ogni volta.
I bambini imparano soprattutto con gli occhi. I bambini imparano soprattutto con l’esempio.
Con la punizione si insegna che è giusto prevaricare, umiliare la libertà altrui, infliggere sofferenza deliberatamente, provocare umiliazione e disagio, giudicare, sottomettere, usare la forza sui più deboli.
Con la punizione state insegnando ai bambini che infliggere il dolore è una forma legittima di esercizio del potere.
I genitori che mettono i figli in punizione sentono di avere scelto un metodo educativo migliore rispetto ai genitori che picchiano i figli. In realtà non è così. Entrambi sono metodi punitivi violenti. La differenza è nel tipo di sofferenza inflitta: sofferenza fisica e sofferenza emotiva.
La punizione è una forma di controllo della volontà del bambino. Si da al bambino l’esempio dell’uso della forza e della coercizione per la risoluzione dei problemi e dei conflitti.
Non è detto che i bambini imparino la lezione (cioè non fare quella determinata cosa che ha generato la punizione), ma di sicuro impareranno che gli adulti, ancor più se si tratta di adulti che ama, loro modelli di riferimento, quando hanno una difficoltà la risolvono ricorrendo alla forza per procurare infelicità all’altro, facendolo così capitolare.
La punizione insegna che il più forte ha ragione.
Quando un genitore o un educatore punisce il proprio figlio o alunno, il bambino imparerà ad averne paura.
Il bambino, arrabbiato per essere stato messo in punizione, non farà altro che pensare a quanto siano stati cattivi i suoi genitori, a quanto sia ingiusto tutto questo, a quanto sia triste e incompreso lui, poco amato e inferiore alla sorella. Non imparerà nessuna lezione.
Se volete invece aiutare i vostri piccoli a capire l’accaduto basta che impiegate qualche minuto in più del vostro tempo, vi sedete accanto a loro e ne parlate. Semplicemente. Ogni volta così.
In questo modo il bambino sente che continua ad essere amato nonostante ciò che ha fatto, che non è sbagliato lui ma semplicemente ciò che ha compiuto, che lo cose possono essere affrontate semplicemente parlando, ragionando, ascoltando e non con la forza o la prevaricazione.
È perfettamente possibile educare un bambino senza minacce e punizioni.
Un adulto sensibile, rispettoso, equilibrato, sicuro di se’ è stato un bambino accolto e rispettato.
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