I CAPRICCI SONO UN'INVENZIONE DEI GENITORI!


CAPRICCI, BAMBINI, GENITORI

“Mio figlio, 3 anni, è ingestibile. Non ascolta mai. Fa solo capricci. Se non gli diamo ciò che vuole sono pianti e urla. Più noi gli diciamo di no e più insiste. Abbiamo provato ad ignorarlo, ma è inutile. Per me è motivo di grande stress.”  


I capricci li hanno inventati i genitori: nascono quando i genitori agiscono solo per affermare il loro potere.” (ISABELLE FILLIOZAT)

I capricci non esistono! Sì, è proprio così! So di dire una cosa che sbalordirà molti. So che riviste specializzate, nonni, zii, educatrici e insegnanti, amiche del cuore e mamme incontrate al parco giochi vi hanno sempre parlato di capricci, di bambini capricciosi e genitori che devono gestire e imporsi prima di farsi sopraffare! Ma in realtà non è così. Crescere un figlio non è una battaglia. Crescere un figlio è una straordinaria esperienza di vita nella quale si cresce tutti insieme, giorno per giorno.

I capricci non esistono! Le manifestazioni di rabbia, la collera, il disappunto, sono espressioni di un bisogno del bambino il quale non è ancora sufficientemente maturo per esprimerlo in altro modo.
Il genitore interessato solo a non farsi mettere i piedi in testa e a non capire il proprio bambino mette in atto un comportamento volto a far tacere certi atteggiamenti, che vengono considerati, appunto, capricci.

La verità è che si pensa ancora che il bambino voglia manipolare, sfidare, stabilire di essere il più forte, anzichè manifestare semplicemente un bisogno. I bambini hanno solo bisogno di essere ascoltati e accolti.

Molti genitori definiscono i propri figli  ingestibili. Questo perchè si ha la concezione, vecchia e sbagliata, che un bambino debba essere gestibile. Solo perchè è un bambino. E la sua libertà? La sua libertà non conta? Non è una persona anche lui?

"Mio figlio no ascolta". Non ascolta perchè non è ascoltato. Voi siete sicuri di ascoltarlo davvero? Spesso alle richieste dei bambini si risponde con troppa fretta e troppa superficialità. A volte i loro bisogni vengono etichettati come assurdi, senza senso, ridicoli. Questo fa scattare un rifiuto automatico che parte dall’adulto: il no ripetuto a raffica, perchè “è giusto così, è per il suo bene”. Molto spesso i no degli adulti non sono giusti ma istintivi. Sono il frutto dell’educazione ricevuta. Ricalcano il modello genitoriale appreso quando a loro volta erano bambini. Molto spesso il no non è tarato in base alla circostanza precisa.

Il vostro bambino, per esempio, vuole vestirsi con un pantalone, due magliette e i calzini di colore diverso. Voi gli dite no. Lui reagisce con pianti ed urla, batte i piedi per terra, si impunta. Voi gli ripetete che non va bene uscire così. Che deve scegliere. Ma lui “non ascolta, fa i capricci, non capisce”.

Cosa dovrebbe capire? La logica degli adulti non è quella dei bambini. Con il vostro nostate facendo la stessa cosa anche voi: non lo state ascoltando. Se lo ascoltaste capireste che quelli sono i suoi vestiti preferiti, quelli con cui si sente più a suo agio, quelli che lo rendono felice. Che male ci potrà mai essere ad uscire con un pantalone, due magliette e i calzini di colore diverso? Siete sicuri che non si possa fare davvero? 

Siete sicuri che la libertà di scelta del vostro bambino meriti di non essere rispettata? Siete sicuri che i suoi desideri siano meno importanti dei vostri? Che i suoi bisogni siano meno rilevanti dei vostri?

Ascoltate sempre ciò che ha da dirvi il vostro bambino. Accogliete le sue richieste, rispondete ai suoi bisogni. Che si tratti di sentimenti spiacevoli o piacevoli, di pensieri sgradevoli o gradevoli, di comportamenti adatti o inadatti, riconoscere le sue emozioni significa accettare il vostro bambino così com’è, aiutarlo ad avere fiducia in se stesso.
 La cosienza di se’ si forma man mano che si susseguono le esperienze e nella misura in cui le emozioni sono espresse liberamente, capite e accettate. Al contrario, quando i genitori, gli insegnanti o gli educatori, si rifiutano di capire, ridicolizzando le emozioni, il bambino si convince che ciò che sente, ciò che pensa, ciò che fa non è conforme a ciò che gli altri si aspettano da lui.

Soltanto quando sarà davvero necessario dirgli “no” allora lo farete. Lo farete spiegando il perchè. Lo farete dicendo che comprendete i suoi sentimenti e che vi dispiace. Lo farete abbracciandolo e dicendogli che lo amate. Lo farete senza urlare o giudicare. Lo farete proponendo un'alternativa, in modo che vostro figlio possa calmarsi e capire che siete dalla sua parte. 

I capricci non esistono. Esistono genitori che non sanno ascoltare, che non riescono ad immedesimarsi nei loro figli ed ad essere empatici!


Se volete potete contattarmi sulle mie pagine social. Rispondo a tutti.

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