"Bambini sequestrati dagli schermi! Ecco come fare."


"Perché quando arriva da scuola o appena ha un momento libero la prima cosa che mi chiede mio figlio è il tablet, il computer la TV o il telefono? Se gli propongo di giocare con un puzzle, le costruzioni o di fare un giro in bici in giardino mi dice sempre NO?"

Ti spiego perché e cosa fare.

La prima risposta è semplice: perché non vedono più noi adulti fare queste cose. Noi siamo i primi a mostrarci costantemente con uno schermo in mano o acceso. Dovremmo essere noi per primi a ridimensionare l'uso della tecnologia e utilizzarla in modo intelligente.

La tecnologia c'è e ci sarà sempre di più. Non possiamo negarla o privarcene del tutto. Bisogna trovare un equilibrio. Come in tutte le cose. I vantaggi, se usata con intelligenza, sono tantissimi.

Perché i bambini sono così attratti dai videogiochi o dai video, dalla tecnologia ?

Perché la tecnologia, un videogioco, video su YouTube sono tremendamente veloci come i bambini di oggi. Non annoiano.

Inoltre i bambini vivono e imparano per immagini. La loro mente cattura le immagini, memorizza ciò che vede. Pensate ai libri per bambini fino ai 7-8 anni, sono pieni di immagini.

Per i bambini anche l'esempio è un'immagine: "io ti vedo mamma, papà mentre fai delle cose. Guardo il mondo intorno a me mentre si sviluppa. Lo guardo e così lo capisco."

Quindi se volete insegnare loro una cosa la strada migliore è fargliela vedere.

Infine anche se per voi realtà dei videogiochi è virtuale, per i bambini non lo è perché finalmente hanno la possibilità di costruire, vincere delle gare, superare ostacoli, di dimostrare di potercela fare e questa cosa è stimolante per loro.

Se nella vita reale fossero loro offerte le stesse modalità di apprendimento, veloci, visive, non noiose, interattive, stimolanti, non avrebbero motivo di lamentarsi o di ricorrere ad altro.

Come comportarsi per interrompere un videogioco che dura da tempo oppure un video?
Il primo strumento è la relazione che abbiamo con nostro figlio. Che deve essere una relazione di fiducia e comunicazione instaurata ed efficace già da tempo.

Non si può pensare di ottenere risultati intervenendo un minuto prima di far spegnere la TV o i videogioco.
Così diventerebbe una lotta perché non sono risultati che si ottengono in pochi minuti: "Ora spegni, è già passata un'ora. Basta ti ho detto che era l'ultima partita! O spegni tu o lo spengo io! Ti tolgo la spina! Domani non lo vedi più! eccetera...."

Si possono ottenere risultati solo se costruiamo una relazione educativa basata sulla comunicazione.

Il primo passo è condividere, giocare insieme, divertirsi insieme. Se il bambino gioca da solo si imbambola e le 10 volte che lo chiamate per spegnere non vi ascolterà, non vi sentirà proprio. De invece voi siete lì con lui dall'inizio manterrà il contatto con voi condividendo con voi le sue esperienze e il vostro messaggio di spegnere sarà recepito.

Se ci sono reazioni di pianto o rifiuti accogliamo come facciamo sempre frustrazioni ed emozioni.

Quando stabiliamo il tempo diamo sempre indicatori che possono essere compresi: mezz'ora, un quarto d'ora, non sono comprensibili ai bambini e se la partita dopo mezz'ora è ancora a metà non vorrà mai interrompere. Meglio dare indicatori più chiari tipo: tre partite, oppure dopo cento stelline eccetera...

Un ultimo elemento è CONCEDERE.
Noi oggi creiamo relazioni basate su privazioni. "No, non ora. È troppo, uno solo, metà, domani! Ora basta!"

Concedere non significa viziare ma dare nella misura giusta, con equilibrio e intelligenza. "Ti piace questo gioco, vero? Oggi faremo una partita. Lo facciamo anche domani, ogni giorno se vuoi, anche tutta la settimana perché è troppo divertente, hai ragione. Facciamo anche delle gare insieme, è bellissimo!" Anziché dire: "Solo una partita e poi basta! Se non chiudi dopo una partita te lo sequestro per tutta la settimana!"

In questo modo il risultato è lo stesso: fare una sola partita ma il clima che si crea è diverso. Non c'è un genitore in guerra contro un figlio che si sente perseguitato, non capito, trattato male, che vede nella madre o nel padre i cattivi.

Comunicando in modo diverso il messaggio sarà lo stesso ma il clima sarà diverso. Sarà un clima di soddisfazione e collaborazione.

Non ci sarà più nessuna guerra.
Quando comunichiamo non è importante solo il messaggio ma anche il contesto e la relazione i nostri cui quel messaggio è prodotto.
🌼Elena Formisano Pedagogista 🌼

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