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Avete presente quelle persone che sono pronte a criticarvi, a dirvi che vi sbagliate, che non è così? Quelle persone che sono sempre sicure che il loro punto di vista sia l'unico giusto, che non ammetterebbero mai di essere in errore o che ci può essere un altro punto di vista oltre al loro?
Ecco....io ne incontro tante, soprattutto sulle mie pagine social. Sono sicura che anche voi ne incontrate tante.
Ogni volta che mi succede mi fermo e provo a guardare oltre, a guardare indietro nel tempo.
Allora non vedo più un adulto che mi attacca per sminuirmi, ma vedo una persona che ha bisogno di screditare qualcuno per affermare se stesso ai suoi stessi occhi, vedo un bambino la cui autostima è stata continuamente maltrattata.
Vedo un bambino costantemente umiliato, deriso, criticato, bloccato, zittito, sminuito, svalutato, ignorato, giudicato.
Un bambino che si è sentito dire ogni giorno della sua vita: "Aspetta faccio io. Tu non lo sai fare. Sei un pasticcione. Silenzio, sta parlando mamma/papà. Aspetta, ora non posso. Non capisci, sei un bambino. Quando sarai grande capirai. Sono io che decido. Devi ubbidire. Stai sbagliando. Sono solo capricci, vai in punizione. Sei monello. Stupido. Sei sempre il solito. Lo sapevo. Mi hai deluso. Non ti voglio più bene. Non piangere. Non arrabbiarti. Si fa così e basta. Sono le regole...."
Un bambino, una persona costantemente sminuita, non accettata, non riconosciuta. Un bambino che non si è mai sentito amato incondizionatamente.
Quindi quell'adulto che vi attacca non sta dicendo qualcosa di voi, in realtà sta parlando di se stesso e del bambino che è stato.
Elena Formisano Pedagogista
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