Responsabilizzare i bambini? Meglio creare buone abitudini.
I bambini vanno responsabilizzati. Ce lo sentiamo dire a scuola, già a quella dell’infanzia, dalle riviste più cool in tema di bambini e genitori, dalle influencer, mamme blogger, zie, amiche, nonni, e così via.
“Mio figlio non è responsabile, non mette mai i suoi giochi a posto, non rimette nell’armadio gli abiti che si toglie, non controlla i compiti che deve fare, non si preoccupa di finirli per il giorno dopo, se non gli dico di lavarsi se lo dimentica, rompe tutto, se non controllo lo zaino lui non lo fa, la mattina se non gli dico di sbrigarsi sta un’ora in bagno, non ha cura di nulla, per avere un po’ di collaborazione devo ripetere le cose mille volte e se non controllo se lo dimentica....”
Piano, piano. Frena le cattive interpretazioni che fanno capolino nella tua mente e prenditi del tempo per riflettere. Non si tratta di mancanza di rispetto, di concentrazione o attenzione. Non minare la vostra relazione con pensieri negativi.
Ricordiamo che il nostro alleato migliore è lo strumento della conoscenza.
Vediamo come funziona la mente di un bambino o un preadolescente. Anche se tuo figlio ti ha detto: “Si va bene, ora lo faccio” capita semplicemente che un minuto dopo la sua mente, abituata a spostare l’attenzione su una miriade di informazioni nuove e in modo veloce, cancella quell’informazione. Inoltre la nostra visione del mondo non è la loro, quindi il nostro concetto di ordine non è lo stesso che hanno loro, le nostre priorità hanno un ordine diverso dalle loro.
Oggi cerchiamo di capire insieme come funziona la mente del bambino rispetto al concetto di responsabilità.
Nel cervello di un bambino accade esattamente ciò che accade nel nostro: quando la mente umana è carica di stimoli (e quella dei bambini o dei ragazzi lo è enormemente) si mette in modalità “risparmio energetico”, per dirla con una terminologia che ci è più familiare. Se la mente ha registrato, grazie alle esperienze sul campo, che c’è un’altra persona che abitualmente fa determinate cose, quando quelle cose vengono richieste a lei, le rimuove velocemente perchè pone la sua attenzione su altre cose che sente più rispondenti ai suoi interessi.
Questo accade anche tra gli adulti perchè è determinato da un meccanismo mentale.
Faccio un esempio: la domenica state sempre tutti insieme a pranzo dai nonni; tutti i figli con tutti i nipoti con i vari compagni o compagne. Tu sei una di quelle persone a cui piace occuparsi della tavola e lavare subito i piatti appena finito perchè proprio non ce la fai a vederli sporchi in cucina. Eppure sei sempre tu la sola a farlo, anche se siete in dieci a mangiare ogni volta. E ti lamenti perchè non ti va di essere sempre l’unica a dover sistemare sempre tutto. Perchè accade? Perchè sei tu che te ne fai carico ogni volta. Sei tu che prendi unicamente su di te questa responsabilità.
Oppure: sei a lavoro e ogni giorno sei tu che controlli l’inventario e verifichi che non manchi nulla. Cosa succede? Succede che giorno dopo giorno i tuoi colleghi cancelleranno questa informazione dalla loro mente e finirà col diventare solo una tua responsabilità.
E così via.... Ma questo accade anche per te. Quante sono le cose di cui non ti occupi più perchè c’è qualcuno che lo fa al posto tuo? Le tasse, le bollette, l’assicurazione dell’auto, l’olio nel motore della macchina, l’erba del giardino, e così via.
Non è una mancanza di rispetto o di amore. È la nostra mente che funziona così.
La soluzione è nella comunicazione e nella condivisione.
Inutile rimproverare, ripetere mille volte la stessa cosa e far sentire inadeguati. La cosa più semplice da fare è creare insieme delle buone prassi, delle buone abitudini.
Per avere collaborazione dobbiamo creare collaborazione. Iniziamo a fare insieme le cose che vorremmo facessero in autonomia. Le buone abitudini richiedono tempo per crescere e consolidarsi. Giorno dopo giorno lasciamo sempre un po’ più di autonomia nel compito che vorremmo svolgesse nostro figlio e piano piano sarà in grado di inserirlo tra le sue abitudini quotidiane e di farlo da solo, naturalmente, senza che gli venga ricordato ripetutamente.
Un genitore efficace è un genitore che la strada la percorre insieme al figlio, fino a quando il figlio non sarà in grado di andare da solo.
🌼Elena Formisano Pedagogista 🌼
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