Le preoccupazioni dei genitori
Le preoccupazioni dei genitori.... Vi ringrazio per i messaggi e le mail che mi inviate ogni giorno confidandomi le vostre preoccupazioni.
Noi genitori abbiamo momenti in cui siamo schiacciati dalle preoccupazioni: "non parla ancora bene per la sua età, va male in matematica, ha comportamenti ritenuti inadeguati a scuola o con i suoi compagni, fa la pipì a letto la notte, vuole ancora il pannolino per la cacca, non cammina ancora alla sua età...."
Le preoccupazioni dei genitori sono naturali. Nascono dal grande amore che nutrono per i figli. Ogni genitore vuole vedere il proprio bambino felice.
Ma da cosa nasce la felicità? Ecco il cuore della nostra riflessione.
La società in cui viviamo ci induce a pensare che per essere felice, perchè vada tutto bene, bisogna raggiungere degli obiettivi standard: raccogliere buoni risultati, stare bene con tutti, in ogni ambiente e situazione, raggiungere i traguardi stabiliti dalla maggioranza. Quando questo non accade secondo le nostre aspettative e secondo le aspettative della società allora pensiamo di trovarci di fronte ad un problema, più o meno grave. Ciò genera in noi enormi preoccupazioni.
È un problema che non mettano in ordine, che non si tengano puliti, che litighino coi coetanei o coi fratelli, che non siano “bravi” in matematica, che non sappiano leggere come vorremmo, che non sappiano relazionarsi con i compagni o che non siano spigliati e socievoli in ambienti nuovi.
Grazie a questo atteggiamento leggiamo ciò che accade sempre in modo negativo, provocando in noi frustrazioni e delusioni che spesso riversiamo sui nostri figli e sulla vita familiare.
Si tratta di un approccio che si basa unicamente sulla valutazione dei risultati raggiunti. Se un bambino è in linea con gli standard, se raggiunge tutti gli obiettivi che si aspettano da lui nei tempi stabiliti, allora va tutto bene: è competente e da’ soddisfazioni, è un bravo bambino. Questo approccio ci fa vedere la vita come un luogo felice se raccogliamo successi. Possiamo essere felici se riceviamo complimenti, voti alti, abbiamo successo e approvazione. Quando un'insegnante ci dice che nostro figlio non è attento, si distrae continuamente, legge male, non va bene alle interrogazioni, balbetta e si mostra insicuro, quando ci dicono che è troppo sensibile, timido, non è socievole come gli altri, ecco che nasce in noi la paura, la preoccupazione perchè nostro figlio “ha un problema”.
Il mio consiglio è di spostare il nostro FOCUS, spostare la nostra attenzione esclusivamente puntata sui risultati e sugli obiettivi raggiunti o meno. Spostando l’attenzione dai risultati alla persona nella sua globalità cambierà anche il nostro approccio e la nostra visione della vita. Ciò che prima era letto come un “problema” può essere visto, invece, come un momento evolutivo, un momento della crescita.
I successi personali e le gratificazioni degli altri danno gioia. Questo è innegabile. La vita, però, non si riduce ad un palcoscenico su cui esibiamo i nostri talenti, i nostri successi, le nostre competenze. Non è solo un luogo in cui dimostriamo ciò che sappiamo fare, otteniamo risultati, successi lavorativi, voti alti, relazioni appaganti e perfette. La vita, piuttosto, è un lungo viaggio di crescita personale.
La vita non deve essere perfetta. La vita è semplicemente il luogo in cui ci prendiamo il nostro tempo per crescere, apprendere, conoscere, sperimentare, sbagliare, riprovare, cambiare.
Il compito dei nostri bambini non è quello di essere perfetti ai nostri occhi o agli occhi della società. Loro compito è imparare ciò che ancora non sanno e tirar fuori la loro natura e il loro saper essere senza sentirsi giudicati per ciò che sono.
Quindi, se un bimbo è in difficoltà, in qualsiasi cosa, non è più un problema, una preoccupazione. Mi sta solo indicando l’area in cui non è ancora sufficientemente competente. Compito del genitore, o dell’adulto in generale, è affiancare il bambino finché non ha sviluppato quella determinata competenza, accompagnandolo senza giudicarlo.
Se picchia, urla, non ha voglia di fare i compiti, va male in matematica, non vuole togliere il pannolino, ha paura di dormire da solo in cameretta....mi sta solo mostrando quale pezzo di strada ha bisogno di fare insieme a noi per crescere. E questo non è un problema, non è una preoccupazione, questa è la crescita. È il percorso naturale della vita. È la nostra natura: finché viviamo, impariamo, ci evolviamo, cambiamo, cresciamo.
Se i risultati sono diversi da quelli che ci aspettavamo, da quelli imposti dalla società, dalla maggioranza, non serve preoccuparsi. È naturale. Ogni persona è unica. Ogni persona è diversa. Ogni persona ha i suoi tempi. Ogni persona ha i suoi bisogni.
Se impariamo a coltivare questi pensieri ci libereremo dall’angoscia, dall’ansia di aver sbagliato, dal senso di colpa e di inadeguatezza. E ne saranno liberi anche i nostri figli.
🌼 Elena Formisano Pedagogista 🌼
♥️ Cosa ne pensi? Puoi raccontarmi la tua esperienza qui con un messaggio, se vuoi.
♥️ Condividilo se ti è piaciuto. Ne sarei felice. Grazie
Trovi tutti i miei libri su Amazon. Clicca qui Amazon.it : elena formisano
Seguimi su:
Instagram Elena Formisano
Facebook Dott.ssa Elena Formisano - Pedagogista | Facebook
Spotify https://open.spotify.com/show/3i2LYCBv0GE7hjK2ZN5b95...
Commenti
Posta un commento
Parliamone insieme