I DANNI DELLE EMOZIONI INESPRESSE



Il cervello emotivo, le regione, cioè, nella quale nascono le emozioni, è più antico del pensiero razionale. Questo significa che l’essere umano primitivo era governato esclusivamente dalla emozioni. Soltanto migliaia di anni dopo, evolvendosi, ha sviluppato la razionalità. Quindi, grazie alle emozioni la specie umana, al contrario di quanto possa pensarsi, è riuscita a sopravvivere e ad evolversi, a differenza di molte altre specie viventi. La paura, per esempio, ci ha permesso di non essere divorati da animali feroci, il disgusto di non morire sterminati da cibi velenosi, la tristezza (il pianto) di essere ritrovati dalle mamme nelle foreste o nelle caverne. 

Esistono, infatti, delle emozioni che sono definite innate, perchè ce le portiamo dentro da sempre e sono uguali per tutti, in qualsiasi posto si viva e in qualsiasi cultura si cresca. Sono quelle che hanno permesso all’uomo di sopravvivere nei secoli. Le emozioni innate sono definite primarie e sono: la rabbia, la paura, la tristezza, la gioia, la sorpresa, il disprezzo e il disgusto,
Ad esse si aggiungono le emozioni secondarie. Le emozioni secondarie sono la conseguenza della combinazione di più emozioni che si sviluppano con la crescita, l’esperienza e l’interazione sociale. Sono: l’allegria, l’invidia, la vergogna, l’ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il rimorso, l’offesa, la nostalgia, la delusione.

 Nonostante le emozioni, in particolare quelle primarie, facciano parte di noi da sempre, spesso si tende a camuffarle o evitarle. Erroneamente si pensa che ignorando un’emozione, questa vada via, sparisca. In realtà, le emozioni represse o mal gestite, non scompaiono ma restano lì da qualche parte manifestandosi poi in altri modi. Le emozioni sono fatte di energia, sono una carica enorme di energia che ci dà la spinta ad agire. Tutta questa energia non può essere semplicemente ignorata o chiusa in un angolino. E’ necessario canalizzarla, indirizzarla, cioè, sulla strada giusta. Ognuno ha un proprio modo di farla uscire fuori. Genitori e figli devono torvare insieme il modo che più rispetta le esigenze di ognuno. Quando un bambino reagisce ad un’emozione improvvisa con urla, pianti, lanci di oggetti, testate, morsi, schiaffi o altro è del tutto inutile e decisamente dannoso dire: “Basta, non piangere! Fermo oppure mi arrabbio! Sei una lagna! Sei tremendo! La vuoi sempre vinta tu! Ora smettila! Non c’è nessun motivo di piangere!” Una buona abitudine, invece, è non giudicare mai i sentimenti di un’altra persona, anche se è un bambino piccolo, anche se i suoi motivi ci sembrano futili, e proporre delle alternative, dei modi sani per incanalare tanta furia. Alcuni bambini preferiscono correre, altri lanciare palline di carta, strappare fogli vecchi, tirare pugni ad un cuscino, soffiare fuori forte tutta la rabbia che hanno dentro. Soltanto dopo, liberi e leggeri, sananno pronti per parlarne ed elaborare con i genitori ciò che è accaduto e a riflettere su come reagire la prossima volta.


Molto spesso un genitore tende a reprimere le emozioni negative (a volte anche quelle positive se manifestate eccessivamente) del proprio bambino perchè provocano il lui disagio, paura del giudizio degli altri, timore che il bambino possa esserne sopraffatto e schiacciato ogni volta. Si pensa, erroneamente, di aiutare i propri figli a non essere schiavi dell’istinto, dell’emotività. In realtù è esattamente il contrario. Ogni emozione non espressa non se ne va da sola. Rimane lì in un angolo e verrà fuori dopo molto tempo e nei modi più inaspettati. Ci sono adulti che quando sono tristi o delusi cercano di annullare i loro sentimenti rifugiandosi nel cibo spazzatura, nel fumo, nelle droghe, nell’alcool, nel lavoro incessante, nello shopping. Quegli adulti sono stati dei bambini a cui nessuno ha insegnato come si vivono le emozioni, a cui è stato sempre detto che essere tristi non va bene, che la rabbia è sbagliata e non va espressa, che il pianto va ricacciato dentro se vuoi essere forte. Nessuno ha mai detto loro che le emozioni, positive o negative, sono naturali, che fanno parte di noi e che è giusto viverle con naturalezza, che prima o poi passano, che bisogna ascoltare il cuore, che non è sbagliato lasciarsi andare. Non bisogna negare una parte di noi stessi. Bisogna imparare a vivere fino in fondo ogni sentimento ed ogni emozione senza averne paura. Solo così potremo essere liberi. Solo così non saremo mai schiavi di ciò che proviamo. Conoscere se stessi è la chiave di questo procedimento. Se sappiamo come reagiremo di fronte a certe situazioni, potremo anticipare il sentimento e convivere meglio con esso.
Insegnate ai vostri figli la libertà di essere loro stessi.

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